LA zucca , trattoria storica di Reggio Emilia, che da circa 10 anni si è trasferita in zona San Maurizio dopo che per anni era stato un punto di riferimento per i reggiani del Centro Storico, essendo ubicata nella centralissima Piazza Fontanesi.
Una cosa è certa: nessun problema di parcheggio.
La gestione è la medesima Roberto e Rosy sono ancora sulla breccia, lui, storico anfitrione, in sala, lei in cucina.
L’ambiente è caldo in tutti i sensi, quadri alle pareti, grappe ed altri superalcolici che fanno (anche) arredo, sedie comodissime, tavoli apparecchiati in tovagliato pesante, bella presentazione.
Mi soffermo un attimo sul fatto che gli altri sono astemi, per cui mi oriento su un ottimo morellino di Scansano dell’Azienda Agricola Fratelli Cecchi, “bottiglia mezza salva patente”.
La carta dei vini mi avrebbe portato su un Refosco ma, ahimé, non era disponibile.
Due bottiglie d’ acqua (gassata e non) completano i beveraggi.
Il menù è sfizioso e noi ci orientiamo sui Tortini della Rosy, che cambiano giornalmente e, optiamo per la sorpresa.
Ci vengono serviti due minisoufflé, uno ripieno di piselli e carote, l’altro al radicchio, accompagnati da una crema di parmigiano reggiano e aceto balsamico: un bell’inizio.
Con i primi abbiamo un po’ divagato, dagli ottimi tortelli verdi della mamma, agli altrettanto ottimi tortelli al radicchio di Gherta (attenzione, è il Suo compleanno), io e Andrea optiamo per degli stratosferici garganelli al sugo d’ anatra in bianco.
Quando è l’ora di ordinare i secondi mi lascio convincere da una sella di coniglio disossata con riduzione di Gewurtztraminer e castagne, un piatto veramente ben riuscito e di una morbidezza ineguagliabile, anche Gherta e madre se ne dividono uno, il figliuolo si orienta su uno speziatissimo brasato di manzo con prugne e albicocche, anche questo tenerissimo.
Non possono mancare i dolci.
Madre: si ferma ed ordina un caffè macchiato caldo;
Gherta: gelato alla zucca con scaglie di parmigiano reggiano ed aceto balsamico, applausi a scena aperta;
Figliuolo: torta di ricotta e cioccolato accompagnata da gelato al pistacchio, al limite della “bomba”;
Testapelata: un calice di barolo Chinato che accompagna diversi tipi di cioccolato, al peperoncino, all’ arancia, fondente di diversa percentuale, stasera mi andava così.
Ed a completamento di tutto, rigorosamente dopo il dolce, mi faccio portare un pezzo di gnocco fritto accompagnato da due fette di prosciutto: un bel fine pasto che mi verrà offerto.
Considerazione finale: ambiente ottimo, professionalità, personale presente ma non invadente, tempistiche esatte, piatti tradizionali con pizzico di originalità, qualità che “si percepisce al tatto” ed allora cinque cappelli ben guadagnati.
Imperdibile!!!
[Martora]
09/02/2018