PROLOGO
Una notte di questa lunga ed estenuante estate, incapace di prendere sonno, me ne sto beato sul divano a fare zapping.
Girovagando per i canali Sky la mia attenzione è improvvisamente attirata da un documentario girato a Livorno e dedicato ad un bravo quanto sottostimato artista del posto, Bobo Rondelli.
“L'uomo che aveva picchiato la testa” di Paolo Virzì, racconta il personaggio del cantastorie livornese, dagli esordi con gli Ottavo Padiglione nei primi anni '90 fino ad oggi.
Nel film si intravedono personaggi strambi e volti noti intervistati in giro per la città .
Mentre scorrono le immagini, il mio intuito infallibile da suino mangiatore prende subito nota di un locale affollato di gente e trafficato di fantastici panini.
L'insegna in legno recante lo strano nome di impronta
toscaneggiante viene inquadrata solo per pochi secondi ma sufficienti perché non la possa scordare.
…BOIA DEH!
Livorno è una città che mi piace. Insomma mi è simpatica, da sempre.
Certo non può offrire ai suoi visitatori una Piazza del Campo, né le diciassette torri di San Gimignano o le maestose mura medievali di Lucca.
Anzi, da un punto di vista strettamente architettonico si potrebbe dire che il centro è piuttosto anonimo, per lo più a ridosso di un mare trafficato e inquinato dal porto.
Ma è una cittadina che conserva un carattere fortissimo e schietto, radicato in tutta la gente che la abita. Libera dagli snobismi elitari da “Chiantishire” o dei centri termali della Val d'Orcia, è una fetta di Toscana vitale e popolarissima, sempre e costantemente “contro”, tra gli sberleffi dello storico “Vernacoliere”, i mille salaci proverbi di gusto pecoracciaro e i racconti cinematografici di “Ovosodo” .
Quello che mi piace sono soprattutto le sue atmosfere, il dialetto ardito e spigoloso e il fatto che ogni visita accompagna, quasi sempre, una partenza gradita.
Come oggi, quando finalmente io e Fede, dopo lunga e afosa agonia mantovana, partiremo per la nostra settimana di Corsica.
L'APERITIVO
Sono solo le 19, ma abbiamo già fame, anche se non ce lo vogliamo confessare apertamente. Prima di arrivare a Livorno abbiamo passato il pomeriggio a zonzo tra la Versilia e il centro di Lucca; a pranzo ci siamo concessi solo un po' di farinata e torta d'erbe ai giardini di Levanto.
Ci sediamo sui lunghi tavoli vuoti, all'aperto. Un bel bicchiere da osteria pieno di prosecco gelato.
Torno dentro per curiosare e fare un goccio. Il locale è piccolo e accogliente, salumi e fiaschi sparsi un po' dappertutto. Il personale, tutto under 35, ha i modi spicci e concreti che mi piacciono tanto.
La verità è che mentre curioso nella vetrina del bancone sto temporeggiando.
Mi vergogno un po' a ordinare la cena a quest'ora… di venerdi sera, poi.
La cosa si risolve molto facilmente.
“…deh, bello!” Â? una voce da dietro il bancone- “Che, vòi mangiare?”
Risposta confusa: “…ma no,…boh!….magari…aspettiamo…”
“Dai! Se vòi , ti fo un filoncino con la ciccia da restà allibiti…”
In realtà lo sta già facendo. Anzi, ne sta facendo due. Due mezzi filoni da 40 centimetri l'uno, aperti e privati della mollica. Li cosparge abbondantemente di salsa verde, poi mi chiede se preferisco il roast beef, l'arrosto di maiale, di vitello o il prosciutto crudo.
Il tutto succede in non più di dieci secondi. Sono sopraffatto e impreparato.
Ma opto per il roast beef.
Il tizio piglia allora un pezzo enorme di arrosto e dall'affettatrice piazza le fette direttamente sul pane.
La dose è da carrettiere.
“Deh, ti fò il fantasia?!”
“(sempre più stordito)….si si…vai tranquillo…. mi fido…”
Con una pinza, il labronico pesca dalla vetrina cipolle rosse sottaceto, melanzane fritte, fagiolini all'uccelletto, aspargi lessi, pomodori, peperoni grigliati, carciofini, zucchine e qualche altro ben di Dio.
Li sistema in modalità random sui due filoni, li chiude in carta da macellaio, li piazza su un tagliere e me li allunga insieme ad un fiasco di Rosso Toscano ancora chiuso e due bicchieri.
L'operazione dura in tutto 30 secondi.
Il mio sbigottimento cresce a vista d'occhio, anche se adesso è in compagnia dell'acquolina:
“…qua…quanto ti…devo?”
“Boia deh!... tu mangia e bevi tranquillo cheppoi ni si mettapposto!”
LA BARROCCIAIA
Cosa dirvi di quel panino??
Che io e Fede lo abbiamo sbranato in due minuti, godendo come suini, unti fino ai gomiti.
Che io ho fatto il bis, dando stavolta fiducia alla ciccia di maiale. Peraltro ampiamente ripagata.
Che alla fine della fiera ci siamo scolati tre quarti del fiasco e siccome qui il vino si paga al consumo, il totale del beveraggio (compresi i prosecchi), è stato di € 3.
Che abbiamo visto gente assurda e assolutamente pittoresca come il rasta in ciabatte che tornava a casa in scooter con due panini, un fiasco e un pastore tedesco di 40 kg. tra le gambe.
Che i ragazzi che gestiscono il locale sono bravi, simpatici ed estremamente cortesi.
Che un panino così vale il viaggio.
EPILOGO
Il locale si è riempito. Oltre ai tavoloni con panche riservati ai mangiatori di panini come noi, sono sistemati nella piazzetta una dozzina di tavoli apparecchiati alla buona, con tovagliette di carta e sedie impagliate. Il menù è casereccio e composto da classici livornesi di tradizione marinara. Quest'estate però non avremo il tempo di assaggiarli.
Mi accontenterò di un ponce alla livornese bollente e della promessa fatta a Fede di ritornare qui presto, magari fuori stagione.
Serata bellissima, conto complessivo per tre panini, due prosecchi e un litro abbondante di vinello schietto, € 18.
Esperienza imperdibile.
Imperdibile!!!
[damiani]
05/09/2009
Bobo Rondelli Live alla Barrocciaia
http://www.youtube.com/watch?v=LAzX9mmour4
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Il bancone delle meraviglie
http://picasaweb.google.com/lh/photo/kCHaXRNwjwuySox5UpBn8Q
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