Ghiemminenstrafexpeditiòòn.
La mia preoccupazione maggiore era il meteo. E alle cinque di mattina vengo svegliato da un forte temporale. Andare in montagna con la pioggia, o peggio i temporali, e con le nuvole basse che corrispondono a nebbia fitta, non vale proprio la pena. Ma San ilmeteo.it (assurto giustamente in GM a ruolo di “meteo ufficiale”) ha fatto in modo che non piovesse durante il giorno e ha indovinato tutto per filo e per segno, ora per ora.
Gente poca, perché molti avevano guardato altri meteo ed erano rimasti a casa... Ancora meglio, le Dolomiti, da gustare così!
La consueta visita annuale alle “mie” Odle (Geislergruppe), questa volta la faccio in compagnia non solo di mia moglie Marta e di mia figlia Elisa, ma anche di Alfi e Boso che, con entusiasmo, hanno raccolto l'invito, fatto informalmente tramite passa parola.
Il Geisleralm è un bellissimo rifugio, curato nei dettagli, tutto di legno chiaro, fatto tre/quattro anni fa, al posto di quello vecchio. E' a quota 2000, in uno spiazzo prativo dove stanno per finire i boschi, poco sotto ai ghiaioni delle Odle, dalla parte della Val di Funes. C'è un bel parco giochi e casette in legno in un recinto dove tra qualche giorno arriveranno conigli e caprette.
Qualche sprazzo si sole si inserisce negli squarci d'azzurro che il cielo ci offre durante la nostra salita. L'arietta fresca aiuta (c'erano 6° su al rifugio). Scende l'acqua ghiacciata dai piccoli nevaietti ancora sparsi sopra e in mezzo al bosco. La stagione è un po' indietro. Ci sono i colchici e le genziane, ma la vera fioritura di giugno deve ancora arrivare.
Forte di precedenti esperienze, quando si avvicina il rifugio produco un piccolo scatto per tenere a distanza il gruppetto che avevamo appena superato (!) e non farmi superare dal gruppo che arrivava dall'altro sentiero che incrociava il nostro. L'istinto di sopravvivenza prevale in modo bestiale sulla gentilezza dell'animo umano.
Ma tutto è risultato vano. Il rifugio era pieno murato. Gli unici tavoli liberi erano “riservati”. Evito la polemica e concordiamo di metterci a mangiare nella veranda esterna, in attesa di un gruppo di 40 ragazzi che ugualmente avevano i posti prenotati... dovremo sgomberare alle ore 13,00 per lasciar loro il posto... e sono le 12,30.
Preciso, per chi non lo sapesse, che in montagna, nei rifugi, per una sorta di codice deontologico informale, NON si può prenotare. Chi prima arriva, mangia. Se fuori fa freddo, piove o nevica, si va dentro, e se non c'è posto seduti si sta in piedi. Avevo telefonato il giorno prima per sapere se era aperto... “Ah, ma allora avrei potuto prenotare anch'io...” ho buttato lì “Ma non zi può, sig-nore...” mi risponde subito la cameriera, forse contemporaneamente accorgendosi della contraddizione...
Integrazione completata in Alto Adige: non conosco i motivi di questa situazione, ma mi sembra adottato uno stile propriamente italico. Tutti avrebbero un buon motivo per prenotare ed assicurarsi il posto in alta montagna.
I piatti arrivano comunque alla velocità del suono: Speckknodelsuppe, cioè canederli di speck in brodo per Boso ed Eli (gute, niente di specialissimo), Gerstenrisotto (all'orzo), con rucola e gorgonzola per Alfi e Marta (sehr gut, molto buono e presentato bene, con accorgimenti da istituto alberghiero). Per quanto mi riguarda, non posso esimermi dall'ordinare speck, uova e patate saltate, come sempre faccio quando sento l'aria dei 2000 in Alto Adige. Schmackhafte! Squisito il piatto, come sempre lì, anche se ho dovuto mettere da parte un gruppettino di patate bruciate.
Bellissimi i bagni, da foto, come tante altre cosette. Segnalo una parte del soffitto intonacato del rifugio, in una zona più scura tra i travoni di legno, con un centinaio di lucette da un millimetro che si accendevano e spegnevano: erano tante stelline.
Da bere io e Marta prendiamo una normalissima Forst, mentre Boso e Alfi non rinunciano ad un calice di Merlot, definito molto buono. Acqua per la Eli.
Fuori dalla vetrata della veranda le Odle, segnati qua e là dalla neve, sono giganti che fanno la guardia a qualche centinaio di metri di distanza e incombono su di noi. Che meraviglioso spettacolo! Non riesco a non ripetermi questa considerazione all'infinito. Dieci cappelli (da alpino) e lode!
Alfi e Boso ordinano uno stinco di maiale con le roester, che son sempre le patate saltate. Lo assaggio anch'io. E' buono, ma, evidentemente cotto qualche ora prima, è stato scaldato in forno senza alcun accorgimento perché non si seccasse esternamente.
Alle una e dieci dobbiamo sgomberare la veranda ( ) e ci accomodiamo sui tavoloni di legno fuori. Il sole adesso è sparito sotto una coltre di nuvolosi grigi. Fa più freddo, siamo tutti imbacuccati nella giacca a vento. Le mie orecchie sono ghiacciate, le mani della Boso-Alessandra pure. Ordiniamo i dolci: torta di grano saraceno e mirtilli rossi con la panna, torta di ricotta all'uovo con crema di vaniglia. Tutti assaggiamo tutto e tutto ausgezeichnete, eccezionale! Decidiamo di raddoppiare e ci facciamo portare un'altra torta di ricotta, veramente buonissima, e il Tirolermohnkrapfen, cioè un krapfen fatto come un gnocco fritto, più spesso di quello modenese e zuccherato a velo, con ripieno di papavero. A me è piaciuto, gusto strano e nuovo! Caffè per due e poi ripartiamo perché a star lì fuori seduti c'è da battere i denti.
Il conto è di 74,80 oiro, cioè 15 a testa. Poco. Non ci siamo abbuffati, perchè poi dovevamo camminare, ma è molto poco lo stesso.
Devo dire che nelle numerose precedenti occasioni avevo mangiato con qualità superiore, cioè perfetta, ma, paragonandolo ad altri rifugi, cioè locali della stessa tipologia, e considerato anche il posto, che è imperdibile, rimane comunque un posto da consigliare assolutamente.
Ritorniamo da un altro sentiero, che costeggia in gran parte i ghiaioni delle Odle, in mezzo alle roccette ed agli ultimi alberi, sempre con rivoli di acqua che scendono da ogni parte. Un'altra oretta e mezza di cammino, per un totale di tre, che sono una cosa super tranquilla per chi ha un po' di allenamento, discretamente impegnativa per chi non lo fa mai. Tuttavia, improvvisamente Boso esclama: “Non ci crederete, ma prima d'ora, in vita mia, non ho mai camminato per più di un quarto d'ora in montagna. Eppure non sono stanca!”
Avvocatessa Boso: ... secondo me, effetto papavero...
Tisana calda e thè al Rifugio Glatsch, a quota 1900, e poi discesa ai 1680 di malga Zannes dove avevamo parcheggiato. Il tempo di vedere cervi e bambi lungo la strada, sosta per la bellissima chiesetta di S.Giovanni a Ranui, con le Odle a salutarci sullo sfondo e il cielo azzurro che torna a far capolino tra le nuvole, appunto, come da previsione.
Grazie della splendida compagnia ad Alfonso ed Alessandra!
Consigliatissimo!!
[pattyb]
03/06/2010
Beh dai, almeno vi siete ben rifocillati!!!!